di Luca Giacomini 10 aprile 2018

Il 3 febbraio 2018 è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 28 la legge n.5 dell’11 gennaio 2018 (di seguito la “Legge”), con le nuove disposizioni in materia di iscrizione e funzionamento del registro delle opposizioni e istituzione di prefissi nazionali per le chiamate telefoniche a scopo statistico, promozionale e di ricerche di mercato.
Infatti, come molti sanno, in Italia per tutti coloro il cui numero di telefono è presente sugli elenchi telefonici vige il cosiddetto regime dell’opt-in. Ossia, non sono le aziende a dover ottenere il previo consenso dell’utente per poterlo contattare, ma deve essere l’utente abbonato ad iscriversi nel Registro Pubblico delle Opposizioni (di seguito Registro) qualora non desideri essere contattato (1).
In questo ambito, l’autorità Garante per la protezione dei dati personali è già intervenuta più volte per ostacolare pratiche scorrette di telemarketing selvaggio e invasivo.
L’obiettivo della Legge è chiaro: raggiungere un maggior equilibrio tra le esigenze di riservatezza e protezione dei dati personali dei cittadini e quelle commerciali delle imprese.
Tra le novità più rilevanti della Legge ci sono: la possibilità di iscrizione nel Registro anche per i numeri di cellulare e per tutti i numeri riservati (non presenti negli elenchi telefonici pubblici) e l’imposizione di nuovi importanti obblighi in capo agli operatori di call center.
Proprio in quest’ultimo ambito, invero, la Legge prevede due innovazioni importanti.
In primis, qualora una società affidi in outsourcing le attività di call center ad altra azienda, in qualità di Titolare del Trattamento dei dati personali dei soggetti destinatari delle telefonate, sarà responsabile in solido per le eventuali violazioni commesse dall’azienda di call center affidataria, che invece opererà come Responsabile del trattamento.
In secondo luogo gli operatori dei call center, oltre a dover specificare il luogo da cui viene effettuata la telefonata, hanno anche l’obbligo di effettuare le chiamate con “codici o prefissi specifici, atti a identificare e distinguere in modo univoco le chiamate telefoniche finalizzate ad attività statistiche, da quelle finalizzate al compimento di ricerche di mercato e ad attività di pubblicità, vendita e comunicazione commerciale”.
Altra novità di rilievo introdotta dalla Legge è rappresentata dalla possibilità concessa ai cittadini di annullare, all’atto dell’iscrizione del proprio numero nel Registro, tutti i consensi pregressi rilasciati per finalità pubblicitarie. Ciò consentirà di opporsi a tutte le chiamate commerciali, seppur legittime in virtù di un consenso rilasciato precedentemente (2).
Inoltre, per dare maggior peso e forza a tali nuove disposizioni, la Legge dispone un quadro sanzionatorio più aspro rispetto al passato, in particolare in caso di reiterazione della violazione degli obblighi di verifica preventiva del Registro. Invero, a seguito di segnalazione al Garante per la protezione dei dati personali è possibile che venga finanche sospesa o revocata l’autorizzazione all’esercizio dell’attività d’impresa.

(1) Il servizio pubblico di iscrizione nel Registro è stato istituito con il Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) n. 178 del 2010, al fine di dare al cittadino uno strumento per limitare gli effetti del marketing telefonico.
La gestione del Registro è stata delegata dal Ministero dello Sviluppo Economico alla fondazione Ugo Bordoni attraverso un contratto di servizi, per garantire la trasparenza e la terzietà dell’ente nella gestione di tale strumento nel pubblico interesse.
(2) Il diritto di annullamento dei consensi, tuttavia, per una modifica introdotta nel testo del disegno di legge inizialmente predisposto, non si applicherà ai consensi prestati nell’ambito di specifici rapporti contrattuali in essere, ovvero cessati da non più di 30 giorni, aventi ad oggetto la fornitura di beni o servizi.

Fonti:
Legge 11 gennaio 2018, n. 5 (in Gazzetta Ufficiale n. 28 del 3 febbraio 2018).
Francesca Santoro, In G.U. le nuove regole per la iscrizione al Registro delle opposizioni, il Quotidiano Giuridico, 5 febbraio 2018.