Alessia Bottazzo, 06/01/2023

 Negli ultimi mesi, alcuni giornali italiani disponibili online pongono l’utente di fronte ad una scelta per poter usufruire del servizio che offrono: accettare le condizioni di utilizzo dei cookie oppure sottoscrivere un abbonamento? 

Impostare un paywall per i contenuti digitali è un ottimo modo per un sito web per generare entrate, consente di monetizzare i contenuti e garantire l’accesso solo a coloro che sono disposti a pagare. D’altra parte è interessante riportare un pensiero di Stefano Rodotà- primo Garante per la protezione dei dati personali dal 1997, esperto di diritto dell’informatica e attivista per i diritti umani e la tutela per la protezione dei dati personali- secondo il quale la privacy sta diventando un privilegio per ricchi che risulta più difficile da garantire ai soggetti vulnerabili. 

Tutto questo si colloca in uno scenario in cui la società ha sempre creduto che internet ed i servizi connessi a questo fossero gratuiti, ma ne siamo certi? Spesso quello che manca è la consapevolezza dell’utente verso l’utilizzo di Internet e sul valore dei suoi dati personali che cede già nel momento stesso in cui utilizza una determinata piattaforma. 

In questo articolo, daremo un’occhiata più da vicino a come funziona il paywall dei cookie e quali rischi possono derivarne. 

COSA SONO I COOKIE 

I cookie sono piccoli file di testo che vengono memorizzati sul computer o dispositivo mobile quando un sito web viene visitato da un utente. I cookie vengono utilizzati dai siti web per raccogliere informazioni sull’ attività di navigazione dell’utente e per offrirgli un’esperienza di navigazione personalizzata. Ad esempio, i cookie possono essere utilizzati per tenere traccia delle pagine che l’utente ha visitato, per ricordare le sue preferenze (ad esempio, la lingua o la regione in cui si trova) e per personalizzare il contenuto del sito in base ai suoi interessi. 

I cookie possono essere distinti in base alle finalità che perseguono in: cookie tecnici, cookie analitici e cookie di profilazione. 

I cookie tecnici sono quelli che consentono al sito di funzionare correttamente durante la navigazione dell’utente. 

I cookie analitici sono quelli che permettono al gestore del sito web di avere una serie di dati di natura statistica (come, ad esempio, quanti utenti hanno navigato su quel sito web). 

I cookie di profilazione, infine, sono quelli che definiscono il profilo di un utente utilizzandolo per fini commerciali (inviando, ad esempio, messaggi a fini pubblicitari). 

Si possono gestire i cookie modificando le impostazioni del browser. Ad esempio, si può scegliere di accettare o rifiutare i cookie o si può impostare il browser per avvisare l’utente ogni volta che vengono inviati dei cookie. Tuttavia, bisogna tenere presente che alcune parti del sito potrebbero non funzionare correttamente se i cookie vengono rifiutati. 

I RISCHI DERIVANTI DALL’UTILIZZO DEI COOKIE 

I cookie possono presentare alcuni rischi per la privacy degli utenti, in particolare se utilizzati in modo ingannevole o non trasparente. Ecco alcuni dei principali rischi dei cookie: 

Tracciamento della navigazione: i cookie possono essere utilizzati per raccogliere informazioni sull’ attività di navigazione dell’utente e per tracciare la sua attività su più siti web. Questo può essere utilizzato 

per mostrare annunci pubblicitari personalizzati o per raccogliere informazioni sugli interessi dell’utente e preferenze. 

Annunci pubblicitari ingannevoli: i cookie possono essere utilizzati per mostrare annunci pubblicitari che potrebbero non essere rilevanti o addirittura ingannevoli. Ad esempio, si possono vedere annunci pubblicitari per prodotti o servizi che non sono effettivamente disponibili o che hanno caratteristiche o prezzi diversi da quelli pubblicizzati. 

Utilizzo non trasparente dei dati: alcuni siti web potrebbero utilizzare i cookie in modo non trasparente o addirittura ingannevole, raccogliendo informazioni sull’ attività di navigazione dell’utente senza il suo consenso o senza fornirgli informazioni chiare e trasparenti sull’utilizzo dei cookie. 

Per proteggere la propria privacy e ridurre i rischi legati ai cookie, è importante essere consapevoli dell’utilizzo dei cookie da parte dei siti web e gestire le impostazioni del browser di conseguenza. 

DIFFERENZA TRA COOKIE WALL E COOKIE PAYWALL 

I cookie wall sono una tecnica utilizzata dai siti web per impedire l’accesso a determinati contenuti a meno che l’utente li accetti. In altre parole, i cookie wall fungono da “barriera” che impedisce agli utenti di accedere a un determinato contenuto se non accettano i cookie. 

In Europa, l’utilizzo dei cookie wall è illecito in quanto l’utente non è posto nelle condizioni di poter fornire un consenso libero, specifico, informato ed inequivocabile ex art. 4 punto 11 GDPR. 

Diversamente, i cookie paywall sono un tipo di cookie utilizzato dai siti web per gestire l’accesso ai contenuti a pagamento, vengono utilizzati per verificare se l’utente ha sottoscritto un abbonamento o ha acquistato l’accesso a un determinato contenuto. 

Ad esempio, alcuni siti web potrebbero utilizzare i cookie paywall per limitare l’accesso a determinati articoli o edizioni a un numero specifico di letture o per limitare l’accesso a determinati contenuti solo ai sottoscrittori attivi. 

Tuttavia, alcune persone potrebbero trovare fastidioso il fatto che i siti web utilizzino i cookie paywall per limitare l’accesso ai contenuti o per richiedere un abbonamento per accedere a determinati contenuti. 

LA COMMERCIABILITA’ DEI DATI PERSONALI 

Quando si parla di cookie paywall è difficile non soffermarsi sul tema della commerciabilità dei dati personali. 

La commerciabilità dei dati personali si riferisce alla possibilità di trattare i dati personali come un bene commerciale che può essere venduto o scambiato. 

I dati personali di ognuno sono ormai coinvolti nella logica di uno scambio commerciale e questo è stato confermato già da alcune piattaforme come “LE MONDE”, la cui pagina web chiede se vuoi lasciarti profilare o comprare l’abbonamento e, negli stessi termini, il giornale “La Repubblica” che chiede se accetti i cookie o sottoscrivi un abbonamento per usufruire dei loro servizi. 

La profilazione risulta quindi, al pari di un abbonamento, il corrispettivo economico per il servizio che viene offerto. 

Tuttavia, vi è la resistenza culturale all’idea del valore economico dei dati ma, escluderne la patrimonializzazione vuol dire limitarne la circolazione e, in una società come quella odierna, questo non è possibile. Anche l’art. 1 GDPR sostiene la libera circolazione dei dati personali purchè ciò avvenga nella piena tutela della persona. 

Il GDPR non prevede né vieta espressamente la possibilità che il dato sia oggetto di un contratto, ma il diritto dei contratti può venire in concorso o soccorso al diritto della protezione dei dati personali. 

Tra le tutele da disporre vi può essere la previsione che mira ad evitare che i dati personali siano oggetto di un contratto quando l’interessato è minore, incapace di agire, quando l’interessato è fragile e quando si tratta di dati particolari. 

La questione è che i dati hanno un valore con la contropartita di un servizio che non può essere definito gratuito. Quest’ultimo dato è stato confermato dalla sentenza n. 2631/2021 del Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso presentato dalla società Facebook in quanto affermava che il servizio da lui fornito fosse gratuito omettendo la necessità di dover condividere i dati degli utenti con partner commerciali per finalità di marketing e profilazione. 

L’attività di profilazione è infatti uno strumento prezioso per le aziende perché una conoscenza approfondita dei propri utenti permette di personalizzare la loro esperienza e realizzare una campagna di marketing efficace. 

Spesso i siti web inducono il soggetto ad accettare i cookie mediante una casella che è più evidente rispetto a quella corrispondente al “continua senza accettare” che è spesso scritta in minuscolo. Per cui l’utente fornisce spesso il suo consenso perché viene indotto a farlo, ma con la questione dei cookie paywall, l’utente viene indotto ad accettare i cookie per non abbonarsi al servizio offerto dal sito web in questione. Richiamando quindi un’affermazione di Rodotà già accennata: la privacy sta tornando ad essere un privilegio per ricchi? Viene tutelata la dignità di una persona vulnerabile di fronte a questa scelta? Il cookie paywall, così come impostato, pone l’utente nella posizione di compiere una scelta consapevole? Il consenso al trattamento dei dati personali fornito dall’utente è veramente libero? 

Nonostante ci siano questioni che rimangono aperte e meritino una separata discussione, è diffuso su tali questioni un approccio di tipo funzionale secondo il quale qualsiasi pratica di monetizzazione dei dati personali deve essere coordinata con dei limiti molto chiari per tutelare le persone all’interno dell’economia dei dati. I soggetti in posizione di debolezza e i soggetti fragili dovrebbero essere esclusi senza particolari tolleranze insieme ai dati considerati particolari.